Associazione Nazionale Professionale e Sindacale - Federazione Gilda-Unams............................................................................................................... |

2022: SCIOPERO del 30 MAGGIO

Ora o mai più!
Che non ci tocchi di dire – Perché non c’ero anche io?-

Appello per una mobilitazione generale

L’assurdo visto come possibile sta per abbattersi sui docenti.
Dovremo sottostarvi, se non lo blocchiamo subito con una protesta ferma e totale.
É l’ennesima cieca follia che si sta per consumare contro la scuola e quindi contro il futuro di tutti noi. Il Ministro che non sa nulla di scuola (parla di semestri che esistono solo all’università…), ma si sente l’unto del radicale rinnovamento, sta per far approvare un decreto legge che avvilirà le briciole di dignità professionale che ancora resistono fra docenti. Mettendoci pure le mani in tasca, non per dare, ma per prendere dal nostro, e vessarci come sudditi obbligati a sottostare all’insensatezza dissennata. C’è una stanchezza dilagante; anche i più appassionati sono completamente avviliti. Come si fa a non averne sentore, comprenderlo? A non immaginarne le conseguenze come ricaduta sulla qualità dell’insegnamento? Un insegnante, sempre più povero e violentato a tutte le ore del giorno e della notte da urgenze e abusi di autorità, piegato al buio dispotismo di un’organizzazione lavorativa che non fa crescere né gli alunni, né gli stessi docenti,  potrà mai essere maestr*?
La spesa per l’istruzione è indice di civiltà; eppure in Italia ci sono soldi per tutto, eccetto che per la scuola. Se tutto va bene avremo un aumento di 40 euro lordi, nemmeno una pizza al netto, ma non è per questo che ci mobilitiamo.
Il decreto scellerato scippa dei soldi dal “buono docente” (che ricordiamo fu una maniera per non darci un aumento di stipendio pensionabile etc., ma per lambire la nostra difficoltà a provvederci di mezzi di cultura idonei alle nostre esigenze professionali) e intende usarli per una formazione triennale permanente, extra orario scolastico e gratuita (solo il 40% potrebbe ricevere un bonus una tantum, gli altri pur se eccellenti, l’avranno fatto per la gloria…), con esami finali e possibilità di ripetenza. Nella nostra settimana lavorativa in cui siamo oppressi materialmente e digitalmente da ogni incombenza necessaria e arbitraria, in tutti i giorni e in tutte le ore, e lavoriamo molto più che 40 ore a settimana, (e per inciso, i docenti non fanno bulloni, con tutto il rispetto e la gratitudine per chi li fa, sappiamo che i bulloni possono farsi anche meccanicamente, non invece per l’insegnamento. Per essere docenti, dobbiamo invece starci con la testa in ogni momento perché lavoriamo vite umane e ne siamo responsabili), e dunque per decreto dovremo farci violentare oltremodo del nostro tempo.
E poi, conosciamo i nostri formatori e le fucine che li hanno plasmati, salvo nobili e rarissime eccezioni, sono persone di superficialissima e modesta cultura, scelte in maniera clientelare, totalmente inesperte del “come si fa” nel concreto, con la vocazione di formatori legata a stretto giro con la ferma determinazione a fare di tutto pur di non trovarsi davvero nelle scuole a insegnare e mettersi in gioco.  
Nel silenzio più totale dei media lunedì ci sarà lo sciopero degli insegnanti. Questo la dice lunga su quanto contino coloro che formano il futuro del nostro Paese. A nessuno pare sia venuto in mente che se scioperiamo, in un momento così delicato dell’anno scolastico e con le nostre buste paga immobili, è un segnale della gravità estrema di ciò che sta per essere approvato. Noi, a differenza di chi ci governa, sappiamo ciò che servirebbe alla scuola (non perché siamo migliori di altri, ma semplicemente perché conosciamo il nostro lavoro, ne siamo esperti), tuttavia mai ci è chiesto di dire la nostra. Tutti, da qualsiasi provenienza professionale, sono esperti teorici e dispotici di avulse e pericolose ricette di riforma di ciò che solo noi realmente pratichiamo e di cui conosciamo limiti, esigenze e criticità. E soprattutto, versando la scuola da troppo in condizioni esiziali, vediamo con lungimiranza ciò che certamente ne costituirà l’ulteriore rovina. E restiamo ancora inascoltati.
In un attimo si perdono le certezze guadagnate con faticose e lunghe lotte, inoltre se non fermiamo questo inizio, davvero potremo doverci sottomettere a molto peggio ancora e la trasformazioni da maestr* in burattini inutili e falsamente ubbidienti sarà compiuta.  


Prima che sia troppo tardi, siamo chiamati tutt* a usare l’unico strumento che ci resta: lo sciopero di massa.

Daniela Esposito

Approfondimenti:
Comunicato stampa

Reclutamento e formazione: l’audizione di Bianchi al Senato conferma che gli spazi per cambiare il decreto 36 sono ridotti

Riforma Bianchi (...)

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Appello per una mobilitazione generale