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LA SCUOLA, WE CARE

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Le lucide analisi di Calamandrei già nel 1950 richiamavano il ruolo fondamentale della scuola per la democrazia. Ne riportiamo qualche stralcio insieme a una riflessione circolata nella rete che evidenzia i nodi contraddittori e fatali del grave vulnus del nostro Paese: il prendersi cura della scuola in maniera ipocrita, ma nei fatti depotenziandola e avvilendola. 
“Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue. Gli organi ematopoietici, quelli da cui parte il sangue che rinnova giornalmente tutti gli altri organi, che porta a tutti gli altri organi, giornalmente, battito per battito, la rinnovazione e la vita. [...] Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni...”. (Piero Calamandrei, Discorso a difesa della scuola pubblica).
La citazione circolata su facebook dal sito “La scuola ci riguarda tutti” richiama le contraddizioni che affliggono la scuola insieme a tante altre della nostra democrazia (un ulteriore esempio, e molto lampante, è quello della vendita delle sigarette da parte dello Stato con le diciture intimidatorie sul cancro) che denunciano un approccio ai problemi da parte dello Stato non formativo e costruttivo, ma solo dispersivo e di facciata. Purtroppo fra i tanti nodi del nostro vivere civile, la contraddizione che riguarda la scuola è la più pericolosa perché l’ignoranza che ne conseguirà costerà molto di più a tutti i cittadini.
In tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, noi docenti siamo a baluardo del superamento dell’ignoranza e del garantire pari opportunità di formazione e socialità, ma con mezzi poverissimi e oneri pesantissimi, mentre dovremmo, insieme al personale sanitario, avere la massima attenzione fattiva e protettiva dello Stato a beneficio di tutti.
Daniela Esposito